I risultati di sopravvivenza a 5 anni dello studio registrativo di fase 3 KEYNOTE-024 sono stati presentati all'ESMO Virtual Congress 2020.
E' stato dimostrato un beneficio di sopravvivenza a lungo termine e risposte durature con Pembrolizumab ( Keytruda ), una terapia anti-PD-1, rispetto alla chemioterapia come trattamento di prima linea in pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) metastatico con alti livelli di espressione di PD-L1 ( TPS maggiore o uguale al 50% ) senza aberrazioni genetiche di EGFR o ALK.
A cinque anni, il tasso di sopravvivenza globale ( OS ) è risultato doppio per i pazienti che hanno ricevuto Pembrolizumab ( 31.9%; n = 154 ) rispetto alla chemioterapia ( 16.3%; n = 151 ).
Pembrolizumab ha anche ridotto il rischio di morte del 38% ( hazard ratio, HR = 0.62 [ IC 95%, 0.48-0.81 ) versus chemioterapia, con una sopravvivenza globale mediana di 26.3 mesi contro 13.4.
I risultati di KEYNOTE-024, uno studio randomizzato in aperto, rappresentano il follow-up più lungo per una immunoterapia in uno studio randomizzato di fase 3 per il trattamento di prima linea del tumore NSCLC, con i primi dati di sopravvivenza a 5 anni.
Prima del 2014, negli Stati Uniti, il tasso di sopravvivenza a 5 anni per i pazienti con carcinoma al polmone non-a-piccole cellule in fase avanzata era pari al 5%.
I dati di KEYNOTE-024 hanno mostrato che il 31.9% dei pazienti trattati con Pembrolizumab era vivo a 5 anni.
Dai nuovi dati da KEYNOTE-024 è emerso un beneficio di sopravvivenza prolungato rispetto alla chemioterapia dopo 59.9 mesi di follow-up mediano ( intervallo da 55.1 a 68.4 ).
KEYNOTE-024 ha valutato la monoterapia con Pembrolizumab rispetto allo standard di cura, la chemioterapia a base di Platino, come trattamento di prima linea in pazienti con tumore NSCLC metastatico, con alti livelli di PD-L1 ( TPS 50% o più ) senza aberrazioni genetiche riguardanti EGFR o ALK.
Pembrolizumab ha ridotto il rischio di morte del 38% ( HR = 0.62 [ IC 95%, 0.48-0.81 ] ) rispetto alla sola chemioterapia, con una sopravvivenza globale mediana di 26.3 contro 13.4 mesi.
Il tasso di sopravvivenza globale a 5 anni è stato del 31.9% per i pazienti che hanno ricevuto Pembrolizumab rispetto al 16.3% per quelli che hanno ricevuto la chemioterapia.
E' stato osservato un beneficio in termini di sopravvivenza globale, nonostante un tasso di crossover effettivo del 66% ( n = 99/150 ) dalla chemioterapia alla terapia anti-PD-1 / PD-L1.
Pembrolizumab ha anche ridotto della metà il rischio di progressione della malattia o di morte ( HR = 0.50 [ IC 95%, 0.39-0.65 ] ) rispetto alla chemioterapia, in base alla valutazione degli sperimentatori, con una sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) mediana di 7.7 versus 5.5 mesi.
Il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) è stato del 46.1% per Pembrolizumab rispetto al 31.1% per la chemioterapia.
La durata mediana della risposta è stata di 29.1 mesi ( intervallo da 2.2 a 60.8+ ) per Pembrolizumab contro 6.3 mesi ( intervallo da 3.1 a 52.4 ) per la chemioterapia.
Tra i pazienti che hanno completato 2 anni di trattamento con Pembrolizumab ( n = 39/154 ), l'81.4% era vivo a 5 anni e quasi la metà ( 46% ) è rimasta libera dal trattamento.
Questi dati indicano che i pazienti che hanno completato 2 anni di trattamento con Pembrolizumab hanno presentato un beneficio a lungo termine in termini di sopravvivenza globale.
Il tasso ORR è stato pari all'82% per i pazienti che hanno completato 2 anni di trattamento con Pembrolizumab.
12 pazienti hanno ricevuto un secondo ciclo di terapia.
Nessun nuovo segnale di sicurezza per Pembrolizumab è stato identificato con il follow-up a lungo termine.
Tra tutti i pazienti che sono stati trattati, il 31.2% di quelli che hanno ricevuto Pembrolizumab e il 53.3% di quelli che hanno ricevuto la chemioterapia hanno manifestato eventi avversi correlati al trattamento ( TRAE ) di grado 3-5.
Tra i pazienti che hanno completato 2 anni di trattamento con Pembrolizumab, gli eventi TRAE di grado 3-5 si sono verificati nel 15.4%. ( Xagena2020 )
Fonte: Merck / MSD, 2020
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